Ci sono sposi che decidono di scrivere i loro voti matrimoniali, promettendosi amore e fedeltà per il resto dei loro giorni.
Mia moglie ed io non abbiamo avuto il coraggio di farlo; avevamo paura di non farcela per l'emozione e così abbiamo letto la classica formula.
E ammetto che anche così non è stato facile trattenere le lacrime. Ricordo che la voce mi si è spezzata per un attimo mentre pronunciavo la frase: "Nella salute e nella malattia...".
Stavo promettendo di rimanere fedele a mia moglie qualunque cosa sarebbe successa; e in quel giorno di gioia la parola malattia sembrava così fuori posto.
Quasi sei anni dopo, quel momento mi è tornato alla mente con forza. Stavo guidando in autostrada, ritornando a casa da una seduta di cura per un disturbo di salute di cui mia moglie soffre.
Ricordo che pensavo che non avrei mai lasciato mia moglie, per niente al mondo e che, in quel momento più che mai, desideravo esserle al fianco per mostrale il mio amore, la mia lealtà e il mio supporto.
Tra lacrime di commozione, lo Spirito Santo mi fece venire in mente questo testo: "Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato Se stesso per lei" (Efesini 5:25).
La mia esperienza di marito mi ha fatto riflettere sull'infinito amore che Cristo prova per la chiesa, Sua sposa, e perciò anche per me.
Ho pensato a come Cristo ha amato la chiesa nel corso della storia: Egli le è stato sempre fedele, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia.
La chiesa ha vissuto e vive giorni bui, è stata spesso malata, debole e fragile, sul punto di morire, eppure Gesù non l'ha mai abbandonata, non ha mai smesso, nemmeno per un giorno, di amarla, incoraggiarla e sostenerla.
Infatti, Gesù promise ai Suoi discepoli: "Or ecco, Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Matteo 28:20).
Nell'Apocalisse troviamo Gesù che "cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro" (Apocalisse 2:1), che rappresentano sette periodi successivi della chiesa cristiana, dall'epoca di Giovanni fino alla fine dei tempi.
Attraverso quest'immagine Gesù voleva rassicurare i Suoi discepoli di ogni epoca del fatto che Egli sarebbe rimasto al fianco della chiesa per sempre, da quel momento fino al giorno del Suo ritorno.
Pensiamo al Medioevo, periodo di grande tenebre spirituali, descritto nella lettera alla chiesa di Tiatira; Gesù ebbe parole di tenera comprensione per quei credenti così duramente provati: "Non vi impongo alcun altro peso, ma tenete fermamente ciò che avete finché Io venga" (Apocalisse 2:24-25).
La storia d'amore di cui scrisse Salomone nel Cantico dei Cantici è un'allegoria dell'amore di Cristo per la chiesa. Cristo rivolge queste parole alla Sua sposa: "Tu mi hai rapito il cuore, o mia sorella, sposa mia! Tu mi hai rapito il cuore con un solo sguardo dei tuoi occhi, con uno solo dei monili del tuo collo. Quanto è piacevole il tuo amore, o mia sorella, sposa mia!" (Cantico dei Cantici 4:9-10).
Se io, essere umano imperfetto, sono in grado di provare un tale amore per mia moglie, come possiamo dubitare dell'amore di Cristo per noi, Sua sposa?
Anche nei giorni più bui, quando ti dimentichi dell'amore di Dio per te, quando pensi a tutto tranne che a Lui, Gesù continua ad amarti, con forza, passione, dedizione, costanza, con tutto Se stesso.
Mia moglie ed io non abbiamo avuto il coraggio di farlo; avevamo paura di non farcela per l'emozione e così abbiamo letto la classica formula.
E ammetto che anche così non è stato facile trattenere le lacrime. Ricordo che la voce mi si è spezzata per un attimo mentre pronunciavo la frase: "Nella salute e nella malattia...".
Stavo promettendo di rimanere fedele a mia moglie qualunque cosa sarebbe successa; e in quel giorno di gioia la parola malattia sembrava così fuori posto.
Quasi sei anni dopo, quel momento mi è tornato alla mente con forza. Stavo guidando in autostrada, ritornando a casa da una seduta di cura per un disturbo di salute di cui mia moglie soffre.
Ricordo che pensavo che non avrei mai lasciato mia moglie, per niente al mondo e che, in quel momento più che mai, desideravo esserle al fianco per mostrale il mio amore, la mia lealtà e il mio supporto.
Tra lacrime di commozione, lo Spirito Santo mi fece venire in mente questo testo: "Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato Se stesso per lei" (Efesini 5:25).
La mia esperienza di marito mi ha fatto riflettere sull'infinito amore che Cristo prova per la chiesa, Sua sposa, e perciò anche per me.
Ho pensato a come Cristo ha amato la chiesa nel corso della storia: Egli le è stato sempre fedele, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia.
La chiesa ha vissuto e vive giorni bui, è stata spesso malata, debole e fragile, sul punto di morire, eppure Gesù non l'ha mai abbandonata, non ha mai smesso, nemmeno per un giorno, di amarla, incoraggiarla e sostenerla.
Infatti, Gesù promise ai Suoi discepoli: "Or ecco, Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Matteo 28:20).
Nell'Apocalisse troviamo Gesù che "cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro" (Apocalisse 2:1), che rappresentano sette periodi successivi della chiesa cristiana, dall'epoca di Giovanni fino alla fine dei tempi.
Attraverso quest'immagine Gesù voleva rassicurare i Suoi discepoli di ogni epoca del fatto che Egli sarebbe rimasto al fianco della chiesa per sempre, da quel momento fino al giorno del Suo ritorno.
Pensiamo al Medioevo, periodo di grande tenebre spirituali, descritto nella lettera alla chiesa di Tiatira; Gesù ebbe parole di tenera comprensione per quei credenti così duramente provati: "Non vi impongo alcun altro peso, ma tenete fermamente ciò che avete finché Io venga" (Apocalisse 2:24-25).
La storia d'amore di cui scrisse Salomone nel Cantico dei Cantici è un'allegoria dell'amore di Cristo per la chiesa. Cristo rivolge queste parole alla Sua sposa: "Tu mi hai rapito il cuore, o mia sorella, sposa mia! Tu mi hai rapito il cuore con un solo sguardo dei tuoi occhi, con uno solo dei monili del tuo collo. Quanto è piacevole il tuo amore, o mia sorella, sposa mia!" (Cantico dei Cantici 4:9-10).
Se io, essere umano imperfetto, sono in grado di provare un tale amore per mia moglie, come possiamo dubitare dell'amore di Cristo per noi, Sua sposa?
Anche nei giorni più bui, quando ti dimentichi dell'amore di Dio per te, quando pensi a tutto tranne che a Lui, Gesù continua ad amarti, con forza, passione, dedizione, costanza, con tutto Se stesso.